Gli Amici di Nemo o.n.l.u.s. (di seguito solo ADN) è un’associazione di volontariato nata nel dicembre del 2008 per volontà di un gruppo di genitori e amici di persone con diversa abilità, impegnati per promuovere la loro integrazione sociale. L’associazione è impegnata prioritariamente nell’offrire a persone con diversa abilità ogni opportunità di vivere al massimo delle proprie possibilità e a creare una società inclusiva e capace di rispetto e accoglienza dell’altro, chiunque esso sia.

ADN si propongono il perseguimento di finalità di solidarietà sociale ed in particolare:

– organizzano attività di socializzazione nei settori cultura, tempo libero, turismo, ambiente sport;

– promuovono il pieno rispetto della dignità umana e dei diritti di autonomia delle persone con diversa abilità favorendo l’integrazione, nella scuola, nel lavoro e nella società;

– operano per assicurare la massima autonomia possibile e la partecipazione della persona con diversa abilità alla vita sociale, civica e politica;

– operano per predisporre ogni intervento volto a superare stati di emarginazione ed esclusione sociale della persona con diversa abilità e della famiglia;

– promuovono un impegno pubblico e personale per il superamento delle barriere fisiche, culturali, economiche affinché le persone diversamente abili abbiano l’opportunità di inserirsi in qualunque ambito della vita sociale, nelle famiglie, nel mondo del lavoro, nelle scuole e nelle università, nonché nelle diverse occasioni di socialità;

– si impegnano pubblicamente e personalmente per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione verso le persone con diversa abilità.

Crediamo nel diritto di ciascun essere umano di vivere al massimo delle proprie possibilità.

Finalità della Policy

Seppure i minori che entrano in contatto con ADN di solito facciano parte di famiglie di soci e/o volontari e partecipino alle attività sempre insieme ai propri genitori e alla propria famiglia, ricevendo in questo modo già una tutela particolare, il Consiglio di Amministrazione ha ritenuto opportuno adottare una policy di comportamento nei loro confronti, per rendere informati consapevoli tutti coloro che collaborano a qualsiasi titolo con ADN (volontari, soci, eventuali dipendenti) dell’esistenza di rischi di maltrattamento, abuso e sfruttamento, tra cui quello sessuale, a danno dei minori, formalizzando degli standard di intervento sui quali impostare e sviluppare il proprio operato in ogni ambito di svolgimento. Tale formalizzazione si concretizza nella presente Child Safeguarding Policy (a seguire CSP).

Pertanto, i volontari dell’associazione, i soci e l’eventuale personale (di seguito lo staff) dovranno sempre dimostrare i più alti standard di comportamento nei confronti di bambine/i e adolescenti e rispettare le procedure per la tutela dei minori e il codice di condotta riportato nella presente CSP. Tali standard si applicano al profilo morale e professionale di tutto lo Staff, e di chiunque altro svolga attività nell’organizzazione.

Il nostro impegno per la tutela dei minori

Nessuna violenza o abuso verso i minori è giustificabile.

Il nostro impegno si attua soprattutto nelle seguenti attività:

Sensibilizzazione: ci impegniamo ad assicurare che lo Staff de ADN sia consapevole delle problematiche legate all’abuso e allo sfruttamento e dei rischi per i minori a queste connessi. I minori e le loro famiglie vengono messi a conoscenza, nelle modalità più appropriate, delle regole di condotta che possono aspettarsi dallo Staff de ADN e di come possono eventualmente fare una segnalazione di presunto abuso.

Prevenzione: ci impegniamo ad assicurare che lo Staff de ADN riduca i rischi al fine di prevenire eventuali danni su minori. ADN promuovono un ambiente in cui i diritti dei minori siano sempre rispettati, tutelati e i possibili abusi prevenuti.

Segnalazione: ci impegniamo ad assicurare che lo Staff de ADN abbia chiaro quando è necessario segnalare un sospetto di possibile abuso e quali azioni intraprendere.

Risposta: ci impegniamo ad assicurare un intervento efficace in risposta ad ogni segnalazione di abuso supportando, tutelando e proteggendo il minore coinvolto, segnalando alle autorità competenti.

Definizioni e ambiti di applicazione della policy

La CSP include i requisiti obbligatori che si applicano a tutti gli ambiti di operatività dell’associazione: servizi, progetti, attività di raccolta fondi, azioni di sensibilizzazione e altre attività ad essa collegate.

Qualsiasi segnalazione di abuso, sfruttamento e maltrattamento, tra cui quello di natura sessuale, sarà gestita secondo la Procedura Generale contenuta in questa policy ed in linea con la legislazione vigente.

La CSP si applica:

• ai membri del Consiglio Direttivo, all’Assemblea dei Soci e ai volontari;

• all’eventuale personale dell’associazione, assunto con qualsiasi tipologia di contratto;

• a donatori, giornalisti, testimonial, e comunque a tutti coloro che entrano in diretto contatto con i progetti ed i servizi de ADN;

• al personale e ai rappresentanti di organizzazioni partner e a qualunque altro individuo, gruppo o organizzazione che abbia relazioni di carattere formale/contrattuale con l’associazione e che implichino contatti diretti con minori.

Al fine di chiarire gli ambiti di applicazione della CSP, si riportano le principali definizioni: BAMBINO: in linea con l’Articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia (1989), si definisce bambino ogni “essere umano avente un’età inferiore a diciott’anni”. Mancando nella lingua italiana un termine corrispondente all’inglese “child”, il termine “bambino/i” verrà usato per indicare entrambi i sessi.

VITTIMA O SOPRAVVISSUTO/A: una persona ai danni della quale sia stato compiuto un abuso o tentato abuso. Per gli scopi assunti dalla CSP, le persone che hanno segnalato abuso a loro danno sono trattate come sopravvissuti/e a fini di sicurezza e valutazione dei bisogni.

AUTORE DI UNA SEGNALAZIONE: una persona che muove una segnalazione di abuso in conformità con le procedure stabilite. Tale persona può essere la vittima stessa dell’abuso o un’altra persona che sia a conoscenza del comportamento illecito. Sia la vittima che l’autore della segnalazione, se persona diversa dalla vittima, devono essere protetti da ritorsioni conseguenti la segnalazione dell’abuso. Qualora sussista un qualsiasi conflitto d’interesse tra la vittima e un’altra parte interessata, la volontà della vittima deve essere considerata preminente nella gestione del caso, in particolare quando è a rischio di ulteriori danni fisici e/o emozionali.

CHILD SAFEGUARDING: con questo termine si indica la responsabilità di un’organizzazione nel garantire che il suo staff, le operazioni e i programmi non arrechino danno ai minori. Ciò significa non esporre i minori a rischi di danno e abuso e segnalare alle autorità competenti qualsiasi preoccupazione riguardo alla loro sicurezza che l’organizzazione riscontri nelle comunità in cui lavora.

VIOLENZA: “l’uso intenzionale della forza fisica o del potere, minacciato o reale, contro sé stessi, altre persone o contro un gruppo o una comunità, da cui conseguono, o da cui hanno una alta probabilità di conseguire, lesioni, morte, danni psicologici, compromissioni nello sviluppo deprivazioni”.

ABUSO ALL’INFANZIA: secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, WHO) il termine abuso all’infanzia, a volte indicato anche come maltrattamento all’infanzia, è usato per descrivere “tutte le forme di maltrattamento fisico e/o emozionale, abuso sessuale, trascuratezza o negligenza o sfruttamento commerciale o altro che comportino un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, per la sua sopravvivenza, per il suo sviluppo o per la sua dignità nell’ambito di una relazione caratterizzata da responsabilità, fiducia o potere”. All’interno della più ampia definizione di abuso all’infanzia si possono distinguere una serie di sottocategorie (l’elenco non è da considerarsi esaustivo): Abuso fisico: inteso come “l’uso intenzionale della forza fisica contro un minore che provoca o ha un’alta probabilità di provocare un danno per la salute, la sopravvivenza, lo sviluppo o la dignità dello stesso. Questo include il colpire, percuotere, prendere a calci, scuotere, mordere, strangolare, scottare, bruciare, avvelenare e soffocare. Gran parte della violenza a danno dei minori all’interno delle mura domestiche viene inflitta con lo scopo di punire”. Abuso sessuale: inteso come “il coinvolgimento di un minore in atti sessuali che egli o essa non comprende completamente, per i quali non è in grado di acconsentire o per i quali il bambino non ha ancora raggiunto un livello di sviluppo adeguato, o ancora che violano la legge o i tabù sociali. I minori possono essere abusati sessualmente sia da adulti che da altri minori che sono, in ragione della loro età o livello di sviluppo, in una posizione di responsabilità, fiducia o potere nei confronti della vittima”. Abuso affettivo e psicologico: “comprende sia incidenti isolati, sia situazioni in cui chi si occupa del bambino, nel tempo, non gli fornisce un ambiente appropriato e di supporto per il suo sviluppo. Gli atti in questa categoria possono avere un’alta probabilità di arrecare danno alla salute fisica e mentale del minore, o al suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale. Abusi di questo tipo comprendono la limitazione dei movimenti, il denigrare, l’incolpare, il minacciare, l’intimidire, il discriminare, il rifiutare ed altre forme non fisiche di trattamento ostile”. Trascuratezza: include sia situazioni isolate, sia un atteggiamento carente, reiterato nel tempo, da parte dei genitori o degli altri membri della famiglia che, seppur in grado di farlo, non provvedono allo sviluppo e al benessere del minore in una o più delle seguenti aree:

• salute;

• educazione;

• sviluppo affettivo;

• nutrizione;

  • alloggio e condizioni di vita sicure. Sfruttamento sessuale: una forma di abuso sessuale che coinvolge i minori in attività sessuali in cambio di denaro o beni: la relazione abusante tra chi perpetra l’abuso e chi lo subisce è caratterizzata da uno sbilanciamento di potere che limita le possibilità di scelta della vittima.

Tutto lo Staff ADN si impegna a:

– mantenere un elevato profilo morale e professionale;

– promuovere un ambiente di apertura all’ascolto, in relazione a questioni che riguardano la tutela dei bambini;

– incoraggiare i bambini ad esporre problemi e preoccupazioni, in modo da sviluppare anche la loro capacità di autotutela;

– assicurare la condivisione e diffusione di un senso di responsabilità comune tra i membri dello staff, in materia di tutela di bambine, bambini e adolescenti;

– rendere coscienti i genitori o i tutori dei bambini circa i diritti dei bambini, ciò che è accettabile o inaccettabile;

– usare le immagini dei minori coinvolti nei progetti, a scopo di documentazione e nel pieno rispetto della loro dignità, privacy e sicurezza, solo se autorizzate dai genitori o dai tutori legali;

-segnalare tutti i casi di abuso, conformemente alle procedure interne e a quelle stabilite dalle legislazioni in vigore.

Criteri di attuazione della policy

Sensibilizzazione e prevenzione

a. Diffusione e sensibilizzazione: l’associazione garantisce un’ampia diffusione della Policy.

b. Selezione e assunzione di personale e dei volontari: l’assunzione e la selezione del personale, di altri collaboratori o volontari deve riflettere l’impegno de ADN per la tutela dei bambini, delle bambine e degli adolescenti, garantendo che siano adottate comunicazioni, controlli e procedure per escludere chiunque non sia idoneo ad operare con i minori, secondo le disposizioni dell’art.2 del d.lgs. 39/2014 in materia di lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile.

c. Inclusione della policy nei sistemi e nei processi gestionali: la Policy deve essere incorporata in ogni sistema e processo che abbia ricadute sulla tutela dei minori, così da creare un ambiente nel quale i diritti dei bambini, delle bambine e degli adolescenti siano rispettati.

d. Valutazione e identificazione dei rischi: tutte le attività condotte da ADN che coinvolgono bambini, bambine o adolescenti devono essere preventivamente valutate, per garantire che qualsiasi rischio per la tutela dei minori sia identificato e siano sviluppati sistemi di controllo adeguati.

e. Formazione e sviluppo: l’eventuale personale dell’associazione e i suoi volontari devono essere supportati nello sviluppo di conoscenze in materia di tutela dei bambini, delle bambine e degli adolescenti, adeguate al loro ruolo all’interno dell’organizzazione.

f. Accordi con organizzazioni partner: i rappresentanti delle organizzazione partner coinvolti in attività dell’associazione che implichino contatti diretti con bambini, bambine o adolescenti, devono essere informati e condividere la presente Policy.

g. Tecnologie dell’informazione e della comunicazione: nell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ADN pongono la massima attenzione per assicurare che i bambini, le bambine e gli adolescenti non siano esposti ad alcun possibile rischio e nel rispetto del Regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR, Ue 679/2016).

Segnalazione e risposta

Chiunque, bambino o adolescente, genitore, familiare, staff, volontario, membro del consiglio direttivo, partner, può segnalare qualsiasi sospetto di comportamenti lesivi del diritto dei bambini e degli adolescenti, qualsiasi preoccupazione circa la sicurezza del bambino o dell’adolescente, qualsiasi violazione della Policy, mediante un verbale o documento scritto, una telefonata, una mail, una lettera e ogni altra valida modalità, alla persona incaricata presso ADN.

Nelle fasi di indagine vengono assicurate:

– riservatezza: non viene reso pubblico il nome delle persone che hanno fatto la segnalazione, l’oggetto della segnalazione e l’identità della persona segnalata, salvo che il caso arrivi innanzi al giudice e si richieda di sentire i testimoni.

– lealtà: la persona segnalata che faccia parte del personale trova il supporto dall’organizzazione nel massimo delle sue capacità e possibilità e, in virtù del principio giuridico di presunzione di non colpevolezza, viene ritenuta innocente sino a prova contraria.